La guerra contro Grecia

Soldati impiegati e perdite

Nella campagna furono impiegati 500.000 soldati italiani

Morti: 13.755 morti

Feriti: oltre 50.000

Congelati gravi: 12.368

Dispersi: 25.067

Cronologia della Campagna di Grecia (1940-1941)

15 ottobre 1940. Mussolini discute a Palazzo Venezia con Badoglio e Roatta e gli altri capi militari l’ipotesi di attaccare la Grecia: nonostante le perplessità dei capi militari l’attacco viene fissato per fine mese.

28 ottobre. Prima dell’alba del 28 ottobre il ministro d’italia a Atene presenta un ultimatum al generale Metaxas, Primo Ministro greco. Mussolini chiede che tutta la Grecia venga aperta alle truppe italiane. Contemporaneamente all’alba, le truppe italiane dislocate in Albania (complessivamente 105.000 uomini comprendenti un “Gruppo litorale” e le divisioni Siena, Ferrara, Piemonte, Parma, Venezia, Arezzo, la divisione corazzata Centauro e la divisione alpina Julia) “varcano la frontiera greca e penetrano per vari punti in territorio nemico”. Le divisioni Ferrara, Centauro e Siena avanzano lungo il litorale puntando alla conca di Giànnina (Ioannina) superando il fiume Kalamas. Alla loro sinistra la divisione Julia punta sul passo di Metsovo per tagliare i collegamenti dei greci tra l’Epiro e la Macedonia. Più a nord, la Parma e la Piemonte si attestano a difesa della conca di Corcia (alb. Korcè). Le condizioni atmosferiche, pessime, favoriscono i difensori. Il Governo greco, che ha forze pronte alla frontiera, respinge l’ultimatum. E invoca presso gli inglesi anche la garanzia data da Chamberlain il 13 aprile 1939. Dietro consiglio del Gabinetto di Guerra e per impulso del suo cuore stesso Sua Maestà risponde al Re degli Elleni: «La vostra causa è la nostra causa, noi combatteremo contro un nemico comune”. Churchill risponde all’appello del generale Metaxas: «Noi vi daremo tutto l’aiuto che è in nostro potere. Noi combatteremo contro un nemico comune e condivideremo una vittoria unita». Quello stesso giorno Mussolini incontra Hitler  a Firenze, fortemente contrariato dal fatto di essere stato informato solo il giorno precedente.

29-30 ottobre. L’offensiva dei Balcani si arena. Il primo assalto fu respinto con gravi perdite.

1° novembre. Scatta in contrattacco greco; le truppe italiane sono bloccate sul fiume Kalamas. Nessuna avanzata sull’Epiro. La divisione alpina Julia presso il passo di Metsovo viene aggredita da sette divisioni greche, di fianco e a tergo puntando sulla conca di Corcia (Korcè), dove le divisioni Parma e Piemonte, e poi Venezia e Arezzo fatte accorrere dal confine iugoslavo, sono anch’esse travolte. I greci minacciano di aggirare tutto lo schieramento italiano raggiungendo la strada Corcia-Perati. Viene ordinato un profondo ripiegamento sulla linea del fronte albanese.

8 Novembre. Di fronte alla grave situazione, il comando italiano dà l’ordine di ritirata. Anche le comunicazioni non funzionano; la Julia viene schiacciata da tre divisioni.

9 novembre. Arriva l’esonero per il generale Visconti Prasca, il generale Ubaldo Soddu assume il comando del Gruppo di armate di Albania, che raggruppa le divisioni operanti sul fronte greco.

19 Novembre. Mussolini pronuncia alla radio la famosa frase “spezzeremo le reni alla Grecia”.

20 Novembre. Hitler scrive a Mussolini criticandolo duramente per aver aperto un nuovo fronte.

22 Novembre – Mussolini risponde ai rimproveri, ricordandogli la lettera (appositamente ritardata) fattagli pervenire il giorno prima dell’incontro a Firenze con l’attacco in Grecia già iniziato. Mussolini in quella lettera gli chiedeva di esprimere un parere sulla sua azione, ma Hitler ovviamente non rispose per iscritto, ma verbalmente in quell’incontro espose (perfino infuriato) la sua disapprovazione.

3 Dicembre Gli italiani in Grecia sono costretti a ripiegare e perdono (con le ostilità dei locali) anche un terzo dell’Albania dove erano già arretrati . Mussolini per evitare la disfatta, ormai impantanato “nel fango”, è costretto a chiedere urgenti aiuti a Hitler.
A Valona in Albania è sbarcata come rinforzo anche la divisione alpina Tridentina, ma gran parte dei soldati non riescono a individuare le linee e si sbandano. Neve e freddo intenso provocano numerosi casi di congelamento.

4 Dicembre – Violenta attacco di Farinacci sul suo giornale Regime fascista contro Badoglio, per l’insuccesso delle operazioni militari. Il popolare e pluridecorato maresciallo d’Italia è costretto a dimettersi sostituito dal generale Ugo Cavallero.

5 Dicembre – Hitler scrive a Mussolini una lettera informandolo che per quanto riguarda gli aiuti urgenti in Grecia gli dà notizia che una squadriglia aerea sta partendo diretta alle basi siciliane, in quanto a quella terrestre sarà pronta non prima di marzo; ma gli comunica anche che sarà uno staff di Generali tedeschi a prendere il comando delle operazioni belliche in Grecia e in Africa. “Lo consideriamo come un Comando Speciale che dopo aver assolto il suo compito, vorrei averlo nuovamente a mia disposizione per altro impiego”.

1941

6 gennaio – In un lungo memorandum al Consiglio dei capi di Stato Maggiore, Churchill pone al primo posto l’aiuto alla Grecia, a rischio di sacrificare ogni ulteriore avanzata in Africa settentrionale. Intanto i greci premono con grande energia contro Klisura (Kèlcyrè) che il giorno dopo deve essere evacuata dagli italiani. Non riescono tuttavia a sfondare in direzione di Berat, e la loro offensiva contro Valona si spegne. Nei combattimenti di Klisura, gravi perdite per le divisioni Lupi di Toscana, Julia, Pinerolo e Pusteria.

Il Pnf decide la mobilitazione generale dei quadri: ministri e gerarchi dovranno arruolarsi volontari sul fronte albanese, per essere d’esempio al popolo.

22 febbraio. Giunge ad Atene la delegazione britannica per le modalità per l’invio del corpo di spedizione britannico in Grecia.

1 marzo. Anche la Bulgaria sottoscrive il patto tripartito.

2 marzo. Si muovono anche le truppe  tedesche destinate ad attaccare la Grecia. Incominciano ad attraversare il Danubio e a riversarsi in territorio bulgaro. Si tratta di forze imponenti: la 12a Armata, composta da 5 corpi d’armata (il IV, l‘XI, il XIV, il XVIII e il XXX); il 1° Gruppo corazzato di von Kleist, forte di 3 divisioni (5a, 9a e 11a), un’altra divisione corazzata, la 2a, aggregata all’XI corpo d’armata, e infine l’8° Corpo aereo al comando dal gen. Wolfram von Richthofen.

13 marzo. Si svolgono durissimi i combattimenti fra gli attaccanti italiani e i difensori greci; sono impegnati 32 reggimenti di fanteria italiani e 34 reggimenti greci. Gli italiani puntano in direzione di Klisura. Non riescono a travolgere i greci, e i combattimenti si protrarranno fino alla fine del mese.

Aprile. Le truppe tedesche arrivano in Grecia e cambiano lo scenario dello scontro.

7-9 aprile. Le armate tedesche provenienti   dall’Austria e Ungheria, con quelle della Romania, si congiungono a Belgrado, presidiano poi a Est le Porte di Ferro, e proseguono verso la Grecia, a Salonicco.

9 aprile. Di fronte all’avanzata tedesca, l’armata greca  comandata dal gen. Bakopoulos, è costretta a capitolare, con l’autorizzazione del Comando Supremo. 70.000 uomini sono fatti prigionieri. 15 divisioni tedesche proseguono l’avanzata verso l’Egeo scontrandosi con le restanti truppe greche e con il corpo di spedizione britannico comandato dal gen. Henmy Maitland Wilson, che (davanti alle famose Termopili) dà l’ordine di rimbarcarsi. Ma anche ad Atene il gen. Papagos e i generali inglesi Wavell e Maitland Wilson decidono in concerto l’evacuazione del corpo di spedizione britannico dalla Grecia continentale. La resistenza continuerà nelle isole. Circa 43.000 britannici e polacchi del corpo di spedizione si reimbarcano nei porti di Nàuplion, Monemvasia e Kalàmai. All’evacuazione provvedono 6 incrociatori, 19 cacciatorpediniere e numerosi trasporti di piccolo tonnellaggio.

13 aprile. Mentre le divisioni tedesche avanzano nell’Epiro, gli italiani tornano a impegnarsi in una offensiva con i greci; in Albania sono riconquistate Corcia (Korce), Permeti (Permet), Argirocastro (Gjinokastrè), Porto Palermo (Portè e Palermos).

16 aprile. Gli italiani occupano Ragusa (Dubrovnik) mentre la 9a armata avanza neIl’Epiro.

19 aprile. I greci sul Pindo con il passo di Metsovsi bloccato, si vedono tagliare la via della ritirata dai carri della divisione corazzata SS Adolf Hitler. Con l’armata greca in Macedonia che ha già trattato la resa, per i greci è la fine.

21 aprileA Làrisa, presso il comando della 12a armata tedesca di von List, i plenipotenziari greci firmano la capitolazione. Gli unici assenti gli italiani. La notizia riempie di sdegno Mussolini perchè non lo hanno nemmeno chiamato. Poi per ordine di Hitler, la cerimonia verrà ripetuta, con l’intervento di un rappresentante italiano, due giorni dopo, il 23 Aprile in una villa nei pressi di Salonicco.